Enogastronomia

Senatore Cappelli, il grano di Nurri

Nurri, nel cuore del Sarcidano (Centro-Sud Sardegna), è famosa per la sua produzione di farine e semole integrali ottenute da grano duro "col nome di un politico: il senatore Cappelli"

È rimasto solo per le produzioni di nicchia. E di qualità: il grano così tipicamente italiano dedicato a un uomo politico del tempo, il senatore Cappelli, ha lasciato il passo a nuovi cultivar, più predisposti per la produzione di massa. Non moltissimi gli agricoltori che hanno mantenuto questo tipo di coltivazione nelle proprie corde. E tantissimi di loro al Sud, in Puglia ma soprattutto in Sardegna, nella Trexenta e nella Marmilla fino al confine con la regione del Sarcidano, di cui Nurri, il borgo dei picca molas, gli scalpellini maestri nella costruzione dei mulini per la macinazione dei cereali, fa parte.

Ora il grano duro "Senatore Cappelli" viene utilizzato principalmente per la produzione di pizza, pasta e pane biologico, un settore che, pur non interessando la grande distribuzione, sta avendo un decoroso sviluppo. I coltivatori che mantengono questo coltivar hanno anche dei molini di riferimento, molini tradizionali, quelli con le macine a pietra per evitare che nel passaggio dei grani alla farina, poi si perdano molte delle qualità organolettiche del frumento per l'alta temperatura che si sprigiona nel procedimento di trasformazione.

Oggi, col mutare delle tendenze alimentari ma anche industriali, riesce difficile trovare aziende che riescano a certificare il grano "Senatore Cappelli" e i suoi derivati, semole e farine integrali. Chi riesce a farlo, come il mulino "La Pietra e il Grano" di Nurri, mugnai da generazioni, ha davanti a sé un mercato suscettibile di sviluppi importanti che possono anche portare ad un aumento delle superficie a semina con questo grano che ha letteralmente "sfamato" gli italiani del Novecento e che ancora oggi è presente con il suo "dna" in tantissime delle varietà che vanno per la maggiore.

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